Il destino del tubo
Fingere di essere un fattorino che bussa alle 21:00 a casa di uno sconosciuto, è un’esperienza che mi mancava.
Fino a quella sera.
Ma partiamo dall’inizio, dal giorno in cui mi squillò il telefono (svegliando mio figlio).
“Buongiorno, mi ha dato il suo contatto x°#@#@@, disturbo?”
“No si figuri, d-d-dica pure”.
Credo che dall’altra parte si sia sentito un pianto da simil-scuoiamento in sottofondo mentre mi allontanavo. Per fortuna c’era la mia compagna che con un intervento giocolier-mistico riusciva a tranquillizzare ‘a creatura.
“Ecco, ora la sento meglio”.
La sua voce vispa ed entusiasta risuonava nelle mie orecchie e non potevo fare a meno di sorridere anch’io.
Si capiva che dall’altra parte del telefono c’era una donna molto simpatica che ridacchiava tra i denti, soddisfatta della sicura sorpresa che stava covando all’insaputa del marito.
Ovviamente dopo un nanosecondo ci davamo del tu.
“Dimmi £&+ù§@#°@, come posso aiutarti?”
“Il destino ha voluto che ti contattassi per questa richiesta: mio marito guarda molti documentari sullo spazio, guarda spesso Focus TV e volevo regalargli un telescopio per compleanno (risata).
L’altro giorno sono andata in un negozio con l’intento di acquistarlo e ho trovato chiuso.”
“E’ stato un mezzo disastro perché avevo pure convinto la mia titolare ad accompagnarmi a prendere un telescopio ma quando siamo arrivate davanti alla saracinesca c’era un bigliettino scritto a mano che quella mattina erano chiusi.
Più tardi parlando con un’amica dell’accaduto lei mi ha detto: ti do io il numero giusto, conosco una persona che forse può aiutarti!
Ed eccoci qua al telefono.”
“E’ per questo che parlo di destino”, e scoppia in una contagiosa e simpaticissima risata.
“Quindi, ricapitolando, vorrei regalare un telescopio a mio marito… e… magari… se potessi anche insegnargli ad utilizzarlo un po’…?
Te ne potresti occupare tu?”
Ed è così che mi sono ritrovato una sera a suonare il citofono alle 21:00 ad un uomo che con stupore e curiosità mi vedeva salire le scale con un enorme pacco tra le braccia.
E qui, sfoderando la mia brevissima, fallimentare, ma al contempo intensa e divertente, esperienza di teatro, sfoggiavo una faccia finto indifferente.
“Buonasera, devo consegnare un pacco”.
La moglie, che faceva la parte… “Prego, si accomodi, lo lasci pure qui, vuole un caffè?”
Intanto lui guardava in maniera un po’ circospetta i due grossi colli in cartone poggiati all’ingresso.
“Beh, apriamo!” disse lui con voce sicura.
E dopo aver aperto il più grosso, si trova davanti ad un tubo bianco con sopra una scritta.
“S-S-Sky….Wa-Watcher? Un tubo con sopra la scritta SkyWatcher? Ma cos’è?”.
Lo guarda, lo riguarda, guarda sua moglie, sorride, e dice: “Ma davvero? Ma tu sei tutta matta e la bacia e l’abbraccia”.
Giuro che sono riuscito a stento a trattenere la lacrimuccia perché è una delle dichiarazioni d’amore più commoventi a cui ho assistito.
A quel punto mi sono presentato e in men che non si dica, abbiamo montato il telescopio e siamo andati in giardino.
La Luna era lì ad aspettarci.
L’ho puntata e li ho invitati a guardare nel telescopio.
Questa volta ero io a ridacchiare fra i denti perché so che effetto fa la Luna a chi non ha mai osservata, specialmente attraverso quel telescopio!
Come spesso accade in questi casi, la prima esclamazione è stata: “O C@$$° ma è meravigliosa”. “Dai dai, fai vedere anche me!”.
E poi, foto con il cellulare, osservazione nel dettaglio ad alti ingrandimenti qualche stella e…
S’era già fatta mezzanotte e ci siamo salutati sotto un cielo pieno di stelle, con la promessa di rivederci presto!